Il factoring secondo i dati elaborati da Assifact ha registrato a fine 2020 un volume d’affari complessivo pari a 227,712 miliardi di euro, subendo un calo rispetto al 2019, in linea con il fatturato dell’industria.
Le operazioni legate alla supply chain finance hanno registrato un +14,06% con un volume d’affari pari a €25,103 miliardi a conferma del ruolo fondamentale che il factoring ha avuto per supportare e finanziare insieme alla grande azienda anche il cash flow dei suoi fornitori, assicurando la continuità della produzione e del business.
Ma cos’è il Factoring?
Il Factoring (legge n. 52/1991) è un contratto “atipico” che consente alle aziende di cedere a terzi i propri crediti, ottenendo immediatamente o alla scadenza il loro valore nominale al netto dei costi di compravendita e gestione.
Il contratto di factoring sulla base del soggetto su cui ricade il rischio derivante dall’insolvenza del debitore si distingue in pro soluto (il Factor assume il rischio di insolvenza del debitore) e pro solvendo (il rischio derivante dall’insolvenza del debitore resta in capo all’Azienda cedente).
La crisi pandemica ha colpito duramente la miriade di “piccole scintille creative” (micro e piccole imprese) di cui è costituito il tessuto economico del nostro Paese, tessere fondamentali del vero Made in Italy che oggi rischiano di essere travolte da un effetto domino di tipo finanziario.
Come da infografica relativa all’Analisi dimensionale delle Imprese presenti in Italia, appare evidente il ruolo centrale che assumono le piccole imprese sia in termini numerici che di occupazione.
Alcune grandi aziende della Moda, del Food e del Beverage hanno adottato in un’ottica di rilevanza strategica strumenti di Supply Chain Finance per offrire un supporto concreto alla filiera e quindi alla miriade di piccole realtà imprenditoriali, fonte di competenze e genio artigiano, del nostro bel Paese.
Soluzioni finanziarie di Innovative Supply Chain Finance, come da infografica, presentano rilevanti opportunità, sia in termini strategici, per le imprese italiane che necessitano di strumenti finanziari che agevolino la ripartenza che come nuovi iniziative imprenditoriali in ambito fintech.
“Navigare un Oceano in tempesta richiede grandi navi!”
Il ruolo delle partnership, fondamentale per la competitività del nostro Paese sul mercato globale, ha assunto una dimensione chiave con la crisi Covid.
Le organizzazioni di maggiori dimensioni dovrebbero favorire collaborazioni verticali e orizzontali all’interno della filiera in cui operano, per salvaguardare sia le piccole eccellenze produttive, patrimonio di competenze, flessibilità e ingegno, sia i partner retail o service, spesso considerati valvole di scarico di prodotto nel primo caso, risoluzione di problemi nel secondo, e non volano di redditività.
Diventa determinante promuovere progetti comuni d’investimento in chiave tecnologica e di sviluppo sostenibile attraverso: Blokchain, IoT, Artificial Intelligence e Big Data Analytics.
L’innovazione digitale, favorendo l’integrazione sistemica e una maggiore trasparenza nelle operations e lungo la supply chain, contribuisce a rendere sostenibile il naturale sviluppo di un interessante e luminare modello organizzativo, giunto nella sua fase di crescita: le Reti tra Imprese.
L’aggregarsi in Rete, moltiplica le opportunità, permette di realizzare economie di scale e scopo, offre garanzie maggiori migliorando il rating dell’azienda e quindi l’accesso al credito e a soluzioni innovative di Supply Chain Finance.
Il vantaggio competitivo generato dalle Reti si traduce in flessibilità, innovazione e alta qualità per la grande Azienda che dovrebbe favorirne la creazione per ritrovare quel Made in Italy che negli anni è diventato solo “Made in”.
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